Itinerari di fede Monastero di San Pietro in Lamosa e Abbazia di Sant'Albino

Il monastero di San Pietro in Lamosa, che sorge nel suggestivo scenario della Riserva Naturale delle Torbiere, fu fondato nel 1083 dai monaci cluniacensi.

Nel Medioevo si fece fondatore della rinascita agricola della zona ed ebbe un ruolo determinante nella conservazione del patrimonio artistico.

Ne rimangono il chiostro rustico, alcuni corpi di fabbrica e la chiesa romanica dell'XI-XII sec., a tre navate. Quando nel 1550 avvenne l'unione con i canonici di Brescia, la chiesa subì alcuni rimaneggiamenti.

Nonostante tutto, il complesso conserva un'impronta unitaria e appare oggi come un blocco unico dalle forme tozze e squadrate che paiono suggerire il raccoglimento e la laboriosità della vita monastica.

La navata è decorata da affreschi che coprono un arco di 4 secoli, dal XIII al XVI sec., parzialmente riportati alla luce grazie ad un recente restauro. La Chiesa ospita, ogni anno, un concerto del prestigioso ciclo di musiche antiche "Il Canto delle Pietre". Nel mese di settembre, inoltre, si svolge un ormai tradizionale programma di iniziative musicali e artistiche.

 

Abbazia di Sant'Albino - MORTARA (PV)

Abbazia di Sant'Albino, MortaraPosta a sud dell'abitato di Tortona (in prossimità della tangenziale) nell'area compresa tra le statali per Pavia e Tortona, la chiesa-abbazia di Sant'Albino rappresenta una delle chiese matrici cristiane della Lomellina del V secolo. Fondata nel V sec., la chiesa ebbe dei legami con Carlo Magno e la battaglia fra gli eserciti franco e longobardo del 12 ottobre 773 (realtà e leggenda in questo caso si confondono).

Fu meta di passaggio per i pellegrini provenienti da Francia e Inghilterra e diretti alla Città Santa. Certo è che fu ulteriormente trasformata nel corso del XV sec., dando origine all'originale accostamento visibile tuttora fra stile romanico (campanile e abside) e rinascimentale (facciata e navata).

Nei pressi del portale due medaglioni ricordano Amico e Amelio, leggendari guerrieri franchi, scudieri di Carlo Magno che morirono nella battaglia del 773. Un trittico raffigurante "Sant'Antonio Abate, il Battesimo di Gesu' e la Madonna in Trono con Santi e il Committente", opera di Giovanni da Milano (1410).

Poco sotto, in fianco ad un affresco anonimo raffigurante "San Lorenzo", è possibile notare i segni che i pellegrini incisero sui mattoni per ricordare il proprio passaggio. La più antica data leggibile risale al 1100.

Nel cortile dell'annesso cascinale si può vedere una finestra ogivale trecentesca decorata con formelle di cotto. L'intero complesso della chiesa-abbazia è oggi occupato da una comunità terapeutica alla quale occorre rivolgersi per la visita.