Le tue ferie in Lombardia: informazioni geografiche e culturali
UNA REGIONE DAI MILLE VOLTI
La pianura padana? Si certo, ma non solo. Molto spesso quando si pensa alla Lombardia, la si identifica con la fertile pianura che costituisce la parte meridionale del suo territorio; ma non si possono dimenticare anche la superba cinta di monti che la corona da nord, le dolci colline che producono alcuni dei vini più pregiati d'Italia, o i laghi che ne scandiscono il territorio percorrendolo da ovest a est, o il suo sistema fluviale, unico nel piano nazionale.
E sicuramente la pianura ha una grande rilevanza nella regione, visto che non solo occupa complessivamente la metà della sua superficie, ma è la zona più fertile, grazie soprattutto alla ricchezza d'acque portate dai fiumi e al fenomeno delle risorgive, le fonti in cui riaffiorano le acque di origine alpina che si erano infiltrate nel terreno nelle zone collinari più settentrionali.
Ma in Lombardia pianura e montagna sono strettamente legate tra loro, formando un'unità morfologica che non è possibile separare e che nei secoli si è alimentata anche di forti e fruttuosi scambi tra i due ambienti: basti pensare ai flussi migratori dalla montagna al piano, o agli scambi commerciali che hanno permesso la nascita di una solida tradizione artigiana prima, industriale poi.
Dal punto di vista geografico, pur non avendo confini naturali netti che la separano dalle altre regioni, la Lombardia occupa la parte centrale del bacino idrogeografico degli affluenti alpini del Po. Un territorio delimitato a nord dalle Alpi, a partire dalle Orobie, che superano i 3000 metri, fino all'imponente massiccio dell'Adamello, che si erge maestoso a est con i suoi 3500 metri di altitudine.
Dalle Alpi partono le grandi vallate che congiungono la pianura alla montagna: le vallate bergamasche (val Seriana e val Brembana), la Valcamonica, la val Trompia e il complesso sistema di valli minori della zona orientale della regione. E poi, sul fondo di alcune di queste vallate, lo splendore dei laghi: il lago Maggiore, a ovest, che ne delimita il confine con il Piemonte, insieme al "fratello minore", il lago di Varese; il lago di Como, dall'inconfondibile forma a due bracci; quello d' Iseo, che raccoglie le acque dell'Oglio, e il piccolo lago d'Idro, nel bacino del fiume Chiese; e infine, al confine con il Veneto, il grande lago di Garda.
Si tratta di laghi di origine glaciale: formatisi alla fine del Pleistocene, quando i ghiacciai si sono definitivamente ritirati, queste perle d'acqua incastonate fra verdi sponde ricche di antiche ville e palazzi mozzafiato regalano alla varietà del paesaggio lombardo un immagine unica unita alla dolcezza dei loro scenari e all'effetto mitigante che hanno sul clima.
Più a sud, sono stati i fiumi a dare invece all'ambiente il suo inconfondibile carattere, plasmando anche il paesaggio umano della regione. I grandi fiumi lombardi sono tutti tributari dal Po: dal Ticino, che traccia per un tratto il confine con la Lombardia, all' Adda, al Serio, all' Oglio, fino al Mincio, l'emissario del lago di Garda.
I loro punti di confluenza con il Po sono quelli in cui sono sorte alcune delle più importanti città lombarde, da Pavia a Cremona, a Mantova.
Ma i fiumi e la rete di canalizzazione con cui nei secoli le loro acque sono state imbrigliate e piegate ai fini dell'agricoltura hanno plasmato tutto il paesaggio della pianura lombarda, con i lunghi filari di alberi (salici, pioppi, olmi) che ne seguono il corso, e con le ininterrotte fasce di verde che costituiscono l’elemento più caratteristico della "bassa" lombarda.